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“Serenata per Napoli”: una notte di memoria e canto a Villa Fondi

24/07/2025 08:31

Ufficio cultura del Comune di Piano di Sorrento

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“Serenata per Napoli”: una notte di memoria e canto a Villa Fondi

È stato un incontro tra musica e racconto quello andato in scena la sera del 23 luglio a Villa Fondi, nell’ambito della rassegna “Accademia di Napolet

È stato un incontro tra musica e racconto quello andato in scena la sera del 23 luglio a Villa Fondi, nell’ambito della rassegna “Accademia di Napoletanità” curata da Amedeo Colella. Un appuntamento che ha saputo restituire alla canzone classica napoletana non solo la voce, ma anche la dignità della narrazione, dell’analisi, della riflessione colta e ironica che Colella, con il suo stile affabulatore e preciso, offre da tempo al pubblico campano.

Protagonista della serata è stata Francesca Marini, interprete dalla vocalità profonda e duttile, capace di attraversare decenni di repertorio partenopeo con naturalezza e intensità. “Serenata per Napoli” è stato il titolo scelto per questo viaggio musicale, che ha toccato corde intime del pubblico, alternando brani celebri a pagine meno frequentate del grande patrimonio melodico napoletano. Ma più che un concerto, quello di Francesca Marini è stato un racconto in musica: ogni canzone, introdotta da brevi aneddoti o gesti evocativi, ha assunto il valore di una piccola scena teatrale, di un ritratto urbano, di una nostalgia condivisa.

Il cortile e la terrazza di Villa Fondi hanno ospitato un pubblico numeroso e attentissimo. Tra il mare in penombra e il profilo dei monti, centinaia di persone hanno seguito ogni passaggio dello spettacolo, tra sguardi fissi sul palco e sorrisi commossi. Marini ha alternato pezzi notissimi a interpretazioni più intime, restituendo alla vocalità femminile un ruolo centrale nella trasmissione di questa tradizione, troppo spesso affidata a interpreti maschili.

L’intervento di Amedeo Colella ha cucito i brani con un filo narrativo fatto di citazioni storiche, frammenti di costume, e un’ironia mai banale, che ha saputo coinvolgere senza scadere in cliché. La sua capacità di fondere leggerezza e sapere ha dato ritmo alla serata, trasformandola in una vera e propria lezione-spettacolo, in cui ogni parola pesava con leggerezza, e ogni battuta apriva varchi nella memoria collettiva.

L’evento ha dimostrato ancora una volta come la musica napoletana, se affidata a voci competenti e a contesti adeguati, possa superare il recinto della cartolina folklorica e tornare ad essere un linguaggio vivo, capace di emozionare e interrogare.

“Accademia di Napoletanità” si conferma così come uno degli esperimenti culturali più riusciti dell’estate blu carottese: non una semplice rassegna, ma un percorso identitario, che attraverso musica, parola e paesaggio restituisce senso e profondità alla cultura popolare. In un tempo di distrazioni digitali e memorie frammentarie, serate come questa hanno il valore di un rito collettivo: un modo per ritrovare, nella voce di un’interprete e nelle storie di una città, un’eco autentica di ciò che siamo stati e forse ancora siamo.

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