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Chiesa di Santa Maria di Cerignano a Cermenna
Santa Maria di Cerignano a Cermenna, dedicata alla natività di Maria, è a dir poco antichissima. Le colline sulle quali sorge la cappella, un tempo erano li Conti di Geremenna, vocabolo che è ancora in uso come Cermenna. Un nome che lo studioso Onofrio Gargiulli vuole derivato dal termine greco “krèmnumai” e “krèmmena”, che significa monte precipitoso, come risulta essere la costa sul versante meridionale del Comune di Piano di Sorrento. Alla cappella, oggi in stato di deplorevole abbandono, si accede per una lunga scalinata, ha una facciata semplice e un campaniletto che risale alla fine del Settecento. Al posto di un’antica tela, sull’altare policromo, oggi c’è una piccola statua della Madonna in cartapesta. Le arcate interne sono in pietra vesuviana. Un antico affresco raffigurante Sant’Anna è andato perduto a causa dell’umidità, mentre l’acquasantiera quadrangolare in marmo, recentemente è stata portata via dai ladri. Il luogo di culto, in origine, apparteneva ai Guardati di Sorrento, poi, dal 1808, passò alla famiglia Aiello di Trinità, che, a sua volta, la donò al rione. Sotto la cappella c’è un ipogeo destinato alla sepoltura, con l’ingresso, ora murato, sulla via. Proprio l’ipogeo e le celle funerarie tradiscono l’origine greco-romana del tempio. Data la vicinanza al sito archeologico di Trinità, questo luogo, presumibilmente, sarà stato già considerato sacro in epoca preistorica e dedicato alla Grande Madre del Mediterraneo, divinità venerata da tutte le popolazioni rivierasche, con le quali le antiche genti del Gaudo avevano contatti più o meno frequenti. Un culto che successivamente sarà passato a Cerere, in latino: Ceres, Cereris e in osco: Kerri o Kerres o Kerria, ancora una divinità materna della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, ma anche della nascita. Da Cerere a Cerignano, il passo è breve. Altri studiosi hanno ipotizzato che si trattasse di un tempio dedicato al culto della ninfa Carmenta, divinità delle sorgenti, che viveva proprio nel bosco prossimo all’acqua purissima. Anni fa, proprio nel recinto del tempietto, venne alla luce un fregio marmoreo che reca scolpita l’immagine di un’anfora, dalla quale zampilla l’acqua. Quindi la sorgente torna come elemento principale nel culto della divinità che, con l’avvento della fede cattolica, fu identificata nella Vergine Maria venerata nel luogo dei cerri, di Cerere o Cerignano.
Come raggiungerlo